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1979-1980  
Biografia essenziale  

 

ANTONIO CORAZZA  (1929 – 1980)

Nasce il 17 gennaio 1929 a Bologna.
I genitori naturali lo affidano ad una famiglia di parenti  che si trasferiscono a Cervignano del Friuli (UD) nel 1933.
Artista autodidatta, studia per corrispondenza a una scuola d’arte di Parigi.  Visita alcuni paesi europei a diretto contatto con il popolo degli emigranti.

Prima esposizione nel 1948 a Cervignano. L’industriale Ernesto Piani è il suo primo mecenate e il loro rapporto di stima e amicizia durerà fino alla morte dell’artista.


1953 - 1959 :
Corazza inizia a dipingere in Friuli a diretto contatto con la dura realtà dell’immediato dopoguerra. Esordisce con una tradizionale pittura ad olio, ma anche con una nuova tecnica, da lui creata, di affresco su tela. I temi trattati sono di intonazione neorealistica e hanno come filo comune la denuncia della condizione umana della gente umile: i soggetti sono i contadini, gli zingari, gli ospiti del ricovero, gli uomini depressi e alcolizzati dai volti drammatici e i corpi scarni. “La miseria dei contadini durante la guerra dei trent’anni – dice Corazza – non è diversa dalla miseria d’oggi: e questo dimostra il fallimento della nostra cultura”. Si abbandona anche ad una narrazione crepuscolare del paesaggio friulano, dove le composizioni di alberi sembrano tante braccia umane rivolte verso il cielo.Tra il 1953 e il 1959 la sua attività si svolge prevalentemente in Friuli dove tiene dieci mostre, tra esposizioni personali e collettive.
1953 : Presente alla Mostra d’Arti Figurative di Gradisca d’Isonzo (GO).
1954 : Espone in Friuli in tre rassegne collettive: alla Mostra d’Arti Figurative di Gradisca d’Isonzo, dove presenta uno dei quadri più significativi della sua attività giovanile (“I resti del rancio” del 1953); alla Mostra nazionale del bianco e nero di Muggia (TS) e alla Mostra Internazionale di Pittura di Gorizia.
1955 : E’ l’anno della sua prima esposizione personale svoltasi a Grado (GO) nella Sala Maggiore del Palazzo Comunale
1956 : Si ripresenta alla Mostra nazionale del bianco e nero di Muggia (TS) con un importante carboncino su tavola  raffigurante un crocefisso a grandezza naturale.
1956 : La sua seconda mostra personale si svolge a Cervignano del Friuli (UD) presso il Circolo Pietro Zorutti.
1957 : Espone le sue opere, prevalentemente disegni, in una importante mostra personale alla Galleria “Il girasole” con presentazione di Giuseppe Zigaina.
1958 : Mostra personale a Trieste.
1959 : Mostra personale nel Salone degli Artisti di Lignano (UD).

1960 - 1962 : Dipinge accampamenti di zingari, visioni di boschi e scene d’ambiente. Compare per la prima volta il tema della crocifissione.
Nel 1960 si trasferisce a Roma. L’industriale Bruseschi, altro mecenate dell’artista, lo aiuta a organizzare le prime mostre a Roma.
1960 : Roma, Galleria L’Albatros di Via del Babuino. Personale.
Prima personale romana: espone 18 quadri in affresco rappresentanti boschi e scene d’ambiente, in particolare accampamenti di zingari. Testo critico di Franco Miele. Ampio risalto sulla stampa e alla radio. Parole di elogio da parte di Giorgio De Chirico, Domenico Purificato e Valerio Mariani (nella sua rubrica radiofonica). Il disegno il “raccoglitore di cicche” viene acquistato dal produttore cinematografico Dino De Laurentis e ispira la poetessa Maria Luisa Marengo che compone i  seguenti versi “ Avido scruti e scorgi - il mozzicone spento - accattone di nulla … triste ombra nel vento.” Corazza lavorerà per qualche anno saltuariamente  per Dino De Laurentis negli stabilimenti cinematografici di Pomezia (RM) come aiutante scenografo.
1961 : Affresca la cappella laterale della chiesa di Borgo Fornasir a Cervignano (UD). Gli affreschi raffigurano a grandezza naturale San Francesco e le Sante Agnese, Caterina, Chiara e Rita. La Cappella viene benedetta dall’Arcivescovo di Gorizia Mons. Ambrosi che, in una nota inviata alcuni mesi dopo a Corazza, esprime il suo apprezzamento.
1961 : Tiene una mostra personale a Villese (GO) dove vengono presentate una quindicina di opere la maggior parte delle quali appartenente alla collezione di Ernesto Piani.  Espone anche a  Parigi quadri in affresco che raffigurano i pescatori della laguna gradese. Partecipa ad una mostra internazionale in Lussemburgo.
1962 : E’ invitato a Firenze alla Mostra nazionale del ritratto moderno, organizzata dalla Società delle Belle Arti e dal Circolo Artisti, dove espone un autoritratto realizzato con la tecnica dell’affresco.
1962 : Espone per la seconda volta a Grado in una mostra personale su invito della Amministrazione comunale. Si tratta di una retrospettiva dove vengono presentate una trentina di opere realizzate tra il 1954 e il  1961.

1963 - 1965: La sua attività artistica si svolge tra Roma e il Friuli. Inserisce nel suo neorealismo degli accenni di espressionismo. I temi trattati sono i boscaioli e paesaggi, rifiuti.
1963 : Partecipa a Roma alla Mostra Nazionale di Pittura Estemporanea e viene premiato da Giovanni Leone, in quel momento Presidente della Camera, con la Medaglia d’argento della Accademia Tiberina.
1964 : Partecipa a due esposizioni collettive in Friuli: la Mostra collettiva di pittura di Romans d’Isonzo (GO) e la Mostra d’arti figurative di Gradisca d’Isonzo (GO)
1964 : Espone a Roma alla Rassegna Nazionale delle Arti Figurative al Palazzo delle Esposizioni. Durante la rassegna, organizzata dall’ACLI sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica le sue opere ricevono il plauso dell’allora Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale On. Umberto Delle Fave.
1965 : E’ nuovamente a Grado (GO) per una personale nella Sala Maggiore del Palazzo Comunale. La cittadina lagunare rappresenta un luogo fonte di ispirazione per il tema dei pescatori ma anche la sede preferita per le sue mostre in Friuli. Lo stesso anno espone anche in una rassegna collettiva a Romans d’Isonzo (GO)
1965 : Roma. Espone alla Mostra Nazionale di Pittura di Piazza di Spagna dove viene premiato con la medaglia d’argento dell’Accademia Tiberina.

1966 - 1971 : I colori sono un impasto di terre naturali, resine e minerali vari. La superficie del quadro è porosa e si accentua la luminosità dei timbri cromatici. Usa le terre in modo pittorico mantenendo l’espressionismo figurativo degli esordi, ma inizia una nuova tecnica a graffito. Di questo periodo: I ragazzi che giocano alla guerra, I fiori.
Pressoché negli stessi anni Corazza attenua la descrizione degli ambienti popolari per passare al tema religioso con gli uomini crocefissi (“la religiosità laica di Corazza” su cui si sono soffermati alcuni critici e in particolare Fortunato Bellonzi).
La sua opera pittorica risponde ad un ben preciso programma: “La mia pittura – dice infatti Corazza – non vuole dare soluzioni generali, né compiere riduzioni ironiche; voglio “dire” come vede se stesso l’uomo oppresso, non come si fantastica”
Le esposizioni romane ottengono un notevole successo di pubblico e critica. Apprezzano l’opera di Corazza artisti, critici e commentatori radiofonici e televisivi tra i quali: Fortunato Bellonzi – direttore dellA Quadriennale d’arte di Roma ( note critiche di una monografia), Valerio Mariani, Luciano Luisi, Berenice, Anna Diaz De Palma, Giovanni Omiccioli (note critiche di una monografia), Maria Luisa Marengo, Michele Calabrese, Nello di Benedetto, Raniero Sabarini, Giuseppe Filipetti, Franco Paolo Catalano, Franco Miele (note critiche di una monografia. Saggio sulla pittura di Antonio Corazza del ’67), Mario Petrocchi (presentazione di alcune personali), Sandro Zapelloni, Franco Rebecchini, Ugo Rossi, Tommaso Napolitano, Bruno Todini, Luciano Sanson, Willy Pecorari, Giacomo Manzù. Nonché Giorgio De Chirico che scrive la presentazione al catalogo del 1968. 
1967: Roma, galleria “Il Babuino” di via del Babuino. Personale con 19 opere. Tema dominante la crocifissione che esemplifica e simboleggia, agli occhi dell’artista, le tragiche situazioni di violenza che caratterizzano l’epoca moderna. Usa una nuova tecnica “il graffito” in cui, dopo aver spalmato sulla tela delle terre vulcaniche impastate con resine, opera graffiando le sue immagini. Testi critici di Mario Petrocchi e Franco Miele . Consensi dal direttore della Quadriennale d’arte di Roma, prof. Fortunato Bellonzi, che lo invita alla prossima edizione della Quadriennale. Riceve la medaglia d’oro da parte del Centro Italiano Artisti per la pregevole opera svolta. E’ presente Giacomo Manzù che gli rinnova la stima. Il presidente del Fogolar Furlan di Roma - dott. Sartogo - gli rivolge il saluto e l’apprezzamento della comunità friulana a Roma.
Appare sul noto programma televisivo “CRONACHE ITALIANE”della RAI.
1968 :  Roma, Club UNESCO, galleria dell’Attico. Mostra internazionale dell’UNESCO.
Espone il  quadro “I crocefissi”. Riceve la medaglia d’oro per meriti artistici da parte del Rettore e Presidente del Consiglio d’Accademia delle arti, scienze e lettere di Sant’Andrea don Alberto Bianchi di Castel Bianco della Torre. Il dott. Sartogo continua a esprimergli il consenso e il plauso dell’associazione dei friulani di Roma.
1968 : Roma, galleria “Il Babuino” di via del Babuino. Personale con 15 opere.
Rinnova completamente, rispetto alle esposizioni precedenti, la tecnica e i temi trattati. Non più terre monocromatiche incise nei graffiti ma vivi colori soffusamente dipinti su un fondo granulare. Così come rimane coerente nella ricerca di nuove tecniche pittoriche nella stessa misura mantiene inalterata la capacità di esprimersi e di scavare in profondità nella realtà soprattutto psicologica dei personaggi rappresentati. I “Ragazzi che giocano alla guerra”, dove vengono messi a nudo gli istinti aggressivi dell’uomo che si manifestano sin dalla infanzia, “l’alcoolizzato”, “il vecchio muratore”, “la madre di famiglia” vengono rappresentati con un linguaggio cromatico privo di filtri e con una notevole potenza espressiva. Testi critici di Mario Petrocchi e Franco Miele. All’inaugurazione è presente Giorgio De Chirico che dice di lui: “Le sue opere sono interessanti, poiché rivelano un temperamento pittorico e una fantasia non comuni”. La mostra trova ampio risalto sulla stampa della capitale e in quella friulana.
Il quadro “L’alcolizzato” è acquistato dalla Galleria d’arte moderna che fa parte dei Musei capitolini. Viene nominato Accademico effettivo della Accademia di Sant’Andrea di Roma.
1969 : Premiato a Roma
Per meriti artistici viene premiato con una medaglia d’argento dall’Assessorato delle Belle Arti del Comune di Roma
1969 : Città di Latina, Galleria Comunale d’arte. Personale.
Mostra organizzata su invito e con il patrocinio della Amministrazione Comunale che lo premia con una medaglia d’oro. Testo critico di Raniero Sabarini che scrive: “Corazza è ormai, nell’ambiente artistico romano, una persona sincera, una realtà pittorica viva e significante”.
Presentazione all’inaugurazione di Franco Miele. Presenti il prefetto di Latina – dott. Nilo Pignataro, il Sindaco di Latina – prof. Vincenzo Tasciotti, il critico Giorgio Petrocchi, e Franco Rebecchini, Assessore alle Belle Arti del Comune di Roma. Espone alcuni quadri della sua produzione passata, come i graffiti raffiguranti ”uomini crocefissi” e la serie dei “Ragazzi che giocano alla guerra”. Realizza appositamente per questa rassegna un inedito e imponente quadro con un gruppo di giovani che nella loro lotta sembrano rappresentare dei moderni angeli barocchi decaduti e emarginati nelle alienanti periferie metropolitane. La mostra ottiene un grande successo e trova vasto risalto in numerosi articoli pubblicati su quotidiani nazionali e regionali.
1969 : Roma, galleria d’arte “Il Vertice” di via Margutta. Personale.
Testi critici di Franco Miele e Mario Petrocchi. L’artista affronta coraggiosamente, per il periodo storico nel quale si colloca l’esposizione romana, il tema della guerra denunciandone le nefaste conseguenze. Nelle opere realizzate con la tecnica del graffito  vengono rappresentati in maniera scarna e immediata “i fuggiaschi”,  “i dispersi in guerra”, “i fucilati ”, “i profughi”, cioè l’umanità sconfitta dei vinti ma anche dei vincitori.  L’artista opera volutamente in questa mostra una semplificazione estrema del linguaggio pittorico per arrivare direttamente al livello della immediata sensibilità.
1970 : Roma, galleria “Il Trittico” in via Margutta. Personale.
Grande successo di pubblico e di critica. Testo critico di Raniero Sabarini. Presenta opere con la tecnica del graffito che raffigurano “Uomini depressi”, “Lavoratori che riposano”, “Lo scarpone”.  Ormai il nome di Corazza è presente nei vari campi dell’arte, della stampa e della televisione.
1970: Mostre personali a Pescara e ad Aosta.
Nel 1970, oltre che nella importante mostra de “Il Trittico”, espone le sue opere a Pescara, nei locali Santomo, e ad Aosta, nella Sala esposizioni comunale.
1971 – Morlupo, Roma. Villaggio degli Artisti, Rassegna ispirata alle poesie di Rafael Alberti.
Collettiva con 52 espositori tra cui: Picasso, Bona, Cagli, Calabria, Corazza, Del Grego, Fattori, Guttuso, Carlo Levi, Omiccioli, Ortega, Quattrucci e molti altri.
Scrive il poeta riguardo all’opera di Corazza: ” Quest'opera ha espresso perfettamente, in termini pittorici, il significato della mia poesia”.
Grande ammirazione da parte di Carlo Levi che così si esprime: ” Queste opere si esprimono con intensa chiarezza e con la semplicità che è solo di chi ha qualcosa da dire e che la sente e la comprende. Non protesta, ma contenuti reali, e verità, che cercano anche nel mezzo materiale impiegato, la loro forma diretta”.

1972 - 1974 : L’artista si cimenta con la nuova tecnica del bassorilievo su tavola. L’opera è ottenuta con un composto di crete, resine e terre di grande vigore plastico e di intensa suggestione cromatica - una riuscita sintesi tra pittura e scultura. La forza della costruzione a rilievo viene punteggiata dalla permanente vibrazione cromatica che imprime ritmi dinamici alla narrazione. Ritorna al neorealismo con soggetti neri e drammatici con alcune parentesi in cui si dedica ai pescatori con la tecnica del bassorilievo fatto con crete e resine. Una commistione tra pittura e scultura. Le chine del 1972 trattano il tema della guerra e dei colpi di stato che hanno insanguinato il mondo, la minaccia atomica.
1972 : Roma, Galleria “Il Trittico” di via Margutta. Personale.
Vengono presentati per la prima volta in una mostra i bassorilievi su tavola dove ritorna una dei soggetti preferiti dall’artista: i pescatori. Espone anche chine con il tema ricorrente della strage atomica simboleggiata dalla figura a squalo del missile che incombe sul campo visivo e che si confronta con lo stupito terrore sul volto dei bambini o l’incosciente splendore di agili cavalli in libertà.
Successo di pubblico e di critica. Apprezzamenti da parte di De Chirico e Manzù che scrive: “ I quadri di Corazza sono importanti. Come un antico artigiano costruisce tutti i colori, crea la materia, fa esperimenti e ottiene risultati originali e validi. La materia che usa rinnova la tradizione e il gusto del graffito e dei mosaici classici. Tratta di cose semplici, lavoratori e povera gente, come la corrente neorealista, però le esprime al vivo, con una linea fresca che fa risaltare l’oggetto in una dimensione fantastica. La pietà si trasforma in denuncia di un modo di vita dove la violenza e la sopraffazione e lo sfruttamento invadono tutto, nella sfera pubblica e in quella privata. L’arte che contesta con sensibilità umana costruisce civiltà”.
1972 : Mostre a Santa Maria Ligure (XX), Firenze, Massa Carrara (XX), Cavezzo (MO) e Roma
Presenta le sue opere in varie esposizioni collettive in giro per l’Italia:
Santa Maria Ligure, al IX Premio Nazionale – dove viene premiato con una medaglia d’oro;
Firenze, al III Premio Internazionale Brunellesco;
Massa Carrara, al III Premio Internazionale – dove riceve il Michelangelo d’oro;
Cavezzo (MO), alla Mostra Nazionale - dove viene premiato con una medaglia d’oro;
Roma, alla Mostra artisti professionisti di Roma, dove riceve una medaglia d’oro da parte dell’Accademia di Sant’Andrea.
1974 : Torino, XII Quadriennale Nazionale d’arte, Palazzo del Valentino
Espone due graffiti e un bassorilievo su tavola raffiguranti pescatori.
In occasione della rassegna Corazza scrive: “Credo che un pittore non sia abilitato a dare un giudizio sulla sua opera, ma possa soltanto dire su le sue intenzioni morali, possibilmente attraverso le parole di un qualche critico. E mi sembra che il criterio animatore del mio lavoro sia stato espresso con precisione da colui che ha detto che la mia pittura propone una rivolta senza odio, una pietà senza rassegnazione (Raniero Sabarini)”.
1974 : Roma, Mostra di pittura “Mani Tese” – Istituto Italo Africano
La mostra è organizzata da Mani Tese - Organismo contro la fame nel mondo e per lo sviluppo dei popoli con il patrocinio dell’Assessorato alle Belle Arti di Roma.
Presenta un’opera (un bassorilievo dipinto) dall’impatto emotivo immediato: un pane al centro del quadro è attorniato da mani urlanti di fame.

1975 - 1978 : i quadri di questo periodo hanno due indirizzi. Troviamo mosaici su tavola con una composizione doppia: una parte astratta che segue i tasselli del mosaico e una parte realizzata in sovrimpressione con leggere velature di colore. I soggetti sono quasi ironici e rappresentano gli idoli antichi e moderni di una cultura che ripropone la minaccia della guerra.
1975 : Mostre a Napoli, Torino e Roma
Presenta le sue opere tre importanti rassegne collettive:
Napoli, alla Quadriennale d’Arte – dove viene premiato con una medaglia d’argento;
Torino – Palazzo Valentino, alla I Biennale Europea “La medicina nell’arte”;
Roma, al Premio Marc’Aurelio – dove riceve un diploma di medaglia d’argento.
1976 – Roma, Galleria “Il Babuino” di via del Babuino. Personale.
Testi critici di Raniero Sabarini e Antonello Trombadori. Quest’ultimo scrive: ” Il linguaggio si colloca a prima vista fra quattro poli: da un lato l’asprezza e la solitudine, al limite della protesta disperata, di Lorenzo Viani e di Ottone Rosai. Dall’altro il germe di speranza e il lume rigenerante che erompono dai momenti più “populisti” di Renato Guttuso.
La Mostra si incentra su un monumentale bassorilievo raffigurante un gruppo di pescatori che rappresenta il punto più elevato, se non la rappresentazione finale, dell’esposizione dell’artista su questo tema a lui molto caro.
Esposti anche graffiti a colori.
1977 : Fermo, Roma. Circolo cittadino “Fermum”. Personale.
Espone graffiti, a colori e monocromi, e bassorilievi.
Giovanni Omiccioli scrive di lui: “ La disposizione di Corazza pittore non è soltanto quella di rappresentare con i suoi dipinti e disegni una sua realtà di uomini e cose in cui affiorano tutti i turbamenti di questo nostro angosciato e più che mai angosciante secolo, ma è anche quello di presentarcelo usando materie che ai più sembrerebbero non confacenti a ciò che comunemente si intende per pittura”
1977: Santa Maria Ligure – Biennale Internazionale d’Arte.
1978 : Palmanova, Udine. Dongione di Porta Udine, mostra antologica 1953 – 1978.
Promossa dal Ministero dei beni Culturali e dalla regione Friuli Venezia Giulia. Espone n. 80 opere. Presentazione di Valerio Mariani. Grande successo di pubblico e di critica. Inaugurata il 2 settembre  la mostra, visto il grande afflusso di pubblico, fu prorogata per 2 volte fino a chiudersi il 30 novembre 1978. Amplissima eco sulla stampa, radio e televisione locali e nazionali. La mostra rappresentò anche un evento culturale perché fu sede di concerti, sempre patrocinati dalle amministrazioni comunale e regionale, e venne visitata da un grande numero di scolaresche. Il Provveditore agli Studi di Udine infatti ne raccomandò la visione agli studenti in ragione del fatto che “le opere esposte contengono innegabilmente e per universale consenso, non soltanto un grande valore artistico ma costituiscono anche un valido sussidio didattico ed educativo, sia per la ricchezza dei loro contenuti artistici che per la varietà dei mezzi espressivi usati dal pittore” (così si esprime in una lettera inviata ai presidi degli istituti delle scuole medie di 1° e 2° grado e ai presidenti dei consigli d’istituto).

1979 - 1980 L’ultima, breve, fase artistica di Corazza è caratterizzata ancora una volta dal tentativo di sperimentare nuove tecniche ma anche nuovi temi. Si assiste da un lato infatti al recupero di tematiche classiche, attraverso il rifacimento in bassorilievo di “marmette” romane o di antiche e recenti figure mistiche combinati con i simboli della moderna tecnologia; dall’altro alla spinta di “liberare – così si esprime Corazza – il colore dal dato di cronaca che da quanto di simbolico e di mistico vi è incluso”.
1979 : Mostre a Milano, Marsala e Parigi
 Espone in importanti rassegne collettive in Italia e all’estero:
Milano, alla Art Mondial Gallery, dove viene premiato;
Marsale, all’Accademia di Marsala dove viene premiato;
Parigi, al Bilan del l’Art Contemporain, dove viene premiato con il diploma di socio del “Artisti d’Italia.
1980, 6 febbraio : colto da malore in auto mentre da Roma si recava ad Ostia, muore improvvisamente a 51 anni.


Nel 1981 il Provveditorato agli Studi di Udine ha bandito un concorso per gli alunni delle scuole medie chiamati a commentare, con prose, poesie o disegni, l’opera dell’artista. L’iniziativa ha trovato il sostegno dell’emittente televisiva Telefriuli che ha dedicato alcune trasmissioni sulla pittura di Corazza.
Nel 1982 le opere migliori degli studenti sono state premiate nel corso di una cerimonia svoltasi presso l’Istituto Renati di Udine

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